Il risultato 2-0 per la Francia e il gol del vantaggio francese siglato proprio da Michel Platini' giocando una partita pazzesca pur essendo marcato da Tardelli non esattamente un cliente facile..... Questo giocatore non sfugge all'occhio clinico e competente dell'Avvocato che ne intuisce subito la bravura , comincia a chiedere info in giro, chiama il direttore de l'Equipe, scopre che Michel è a fine contratto con il St.Etienne, Agnelli telefona a Boniperti la notte stessa e gli dice di mandare in Francia un'emissario che definisca la trattativa per portarlo a Torino, l'emissario e' Franco Barettini il quale prende contatto col procuratore di Michel e chiude in un'attimo la questione.
A pagina 11 dell'inserto comincia cosi' l'intervista a Platini':
- e poi ?
-e poi una volta in sede , erano le utlime ore di calciomercato Boniperti mi passa l'Avvocato al telefono, io non sapevo nemmeno chi fosse, gli avvocati li avevo gia' visti per la stesura del contratto e me ne passano un'altro. L'avvocato Agneli mi spiega Boniperti ! MI parla in francese perfetto e da quel momento con me si rivolgera' sempre in francese , forse non vedeva l'ora di parlare liberamente in francese con qualcuno e non di affari.
- che cosa le disse ?
- benvenuto,sappia che vogliamo vincere la coppa dei campioni. Boeuff, risposi, ci provo.
- Forse lei in Francia tra Nancy e Saint Etienne non era abituato a frequentare personaggi e personalita' del genere .
-Ah si ? Perche Jean Luc Lagardère o Jacques Georges non lo erano ? E Fernand Sastre che era stato il presidente del Nancy Lorraine, la squadra di cui mio padre era il capitano, lo stesso Sastre che divento' il capo del calcio francese raddoppiando i numero dei tesserati e arrivando a essere il presidente del comitato organizzatore dei mondiali del 1998 ?
- Avevano la stessa passione di Agnelli?
- la stessa discrezione , lo stesso rispetto, lo stesso interesse verso i tifosi.
- Come Agnelli ?
- l'Avvocato aveva una eleganza di modi, di comportamento. Non invadeva mai la vita altrui e non interveniva in eventuali discussioni, conservava lo stesso equilibrio sempre, a Villar Perosa, allo stadio, negli spogliatoi accompagnando a volte i silenzi e gli sguardi con una delle sue battute.
- Famosa quella rivolta a Tacconi .
- Beh, Dino Zoff era passato alla nazionale Olimpica, la sua esperienza era stata decisiva, in campo e da allenatore dei portieri. Agnellli domando' a Stefano come si sentisse: "Mi manca molto Zoff" replico' e l'Avvocato al volo "Sapesse quanto manca a noi" Fulminante .
- Torniamo a Gianni Agnelli. A parte i ricordi di affetto, cosa conserva di quegli anni ?
- un'orologio con la sua firma ma lo dono' a tutta la squadra. Un pallone di platino che mi regalo' quasi come risposta al mio "gol". Per i suoi settant'anni gli offrii il mio primo Pallone d'oro, con un bigliettino: questa è l'unica cosa che Lei non potra' mai avere .
- E la sua risposta ?
- E' tutto d'oro davvero ? No gli dissi, se fosse tutto d'oro non glielo avrei regalato.
- Quale fu' l'occasione del regalo ?
- L'avvocato invito' i suoi piu' cari amici da Maxim's a Parigi. C'ero anche io, forse l'unico del calcio. Ricordo Henry Kissinger e la figlia di Pablo Picasso e altre personalita' italiane .
- Sa dove si trovi quel pallone d'oro ?
- Nella casa di Parigi. Me l'ha detto John, John Elkann.
- Nessun altro oggetto ?
- Mi regalo' un cane , un Husky, si chiamava Duff, era bellissimo. Ne avevo visto una cucciolata nella villa di Torino, l'Avvocato mi fece una promessa e cosi' fu' . Duff, pero' era cittadino, alla prima nevicata a Nancy se la svigno' davanti al camino.
-Se non ricordo male anche una Ferrari ....
- Non ricorda del tutto bene. Una Ferrari Mondial, mi fece lo sconto ma la pagai regolarmente .
- L'Amicizia non si fermo' allo spogliatoio .
- No, quando passava con la sua barca dalle parti di Cassis, mi telefonava e mi invitava a bordo, andavo a trovarlo per parlare di calcio, di futuro.
- Un rapporto unico, quasi esclusivo.
- Un' amicizia rispettosa, una fetta della mia vita e della mia carriera che non potro' mai dimenticare. Se ho giocato con la Juventus lo devo a quella sera di Parigi, a quel gol all'Italia, a quella telefonata notturna. In francese, ça va sans dire.
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